venerdì, Marzo 29, 2024
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Iran, aggiornamento Coronavirus: oltre 38.000 morti – 1 Maggio 2020, ore 18.00

Iran: Coronavirus Death Toll in 309 Cities Exceeds 38,000

Il Coronavirus ha provocato la morte di oltre 38.000 persone, causando vittime in 309 città del paese.

Nel pomeriggio di oggi, 1 Maggio 2020, l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI) ha annunciato che il numero di vittime del Coronavirus in Iran ha superato le 38.000 persone, provocando morti in 309 città del paese. Di seguito il numero di decessi di alcune delle località colpite: 6400 a Teheran, 2360 nel Mazandaran, 1810 nel Khuzestan, 1220 nel Goletsan, 975 nel Fars, 990 nel Sistan e Baluchistan, 875 nel Lorestan, 865 nel Semnan, 625 nel Kurdistan, 485 a Zanjan, 425 a Kerman. Queste cifre si aggiungono a quelle dei casi registrati nelle altre località colpite.

Iran: 3600 persone arrestate per aver reso pubblico il reale numero di morti da Covid-19

Il 29 Aprile 2020 il generale dei Pasdaran Abolfazl Shekarchi, portavoce delle forze armate del regime, ha dichiarato alla TV di stato: “Le Forze di Sicurezza Statali ed i Basiji hanno arrestato circa 3600 persone, colpevoli di aver diffuso dicerie in rete. I nostri nemici continuano ad esserci ostili ed hanno agenti all’interno del paese, tramite i quali portano avanti le loro politiche.”

Notizie sui lavoratori e sulla crisi occupazionale in Iran

In un’intervista pubblicata il 29 Aprile dall’agenzia di stampa Pana, Mohammad Reza Tajik, ex viceministro delle Informazioni e della Sicurezza (MOIS), ha dichiarato: “A seguito dello scoppio della pandemia e della perdita del posto di lavoro da parte di un gruppo di lavoratori, 780.000 persone hanno richiesto il sussidio di disoccupazione. Di queste 780.000 persone, ne sono risultate idonee 680.000, ma nonostante ciò non è stato loro concesso nessun sussidio.”

Il 28 aprile l’agenzia di stampa governativa ILNA ha riportato: “Sono 4000 i lavoratori stagionali ed edili che hanno perso il proprio posto di lavoro nella città di Mashhad.”

Secondo quanto emerso dal rapporto pubblicato dall’ILNA in data 28 Aprile: “Alcuni degli ex dipendenti dello zuccherificio Fasa si sono ritrovati costretti a raccogliere rifiuti. Sono mesi che i dipendenti dello zuccherificio migrano in altre città alla ricerca di un’altra fonte di sostentamento o per raccogliere e vendere gli scarti e la plastica vecchia.”

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