giovedì, Marzo 28, 2024
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Frattini: Sanzioni più efficaci verso l’Iran

di Roberto Landucci e Phil Stewart
ROMA (Reuters), 5 dicembre – Sanzioni più efficaci verso l'Iran e un maggiore sforzo militare in Afghanistan sono le azioni in cui l'Europa dovrà impegnarsi nei prossimi mesi per cercare di risolvere le due crisi, insieme alla nuova amministrazione Usa di Barack Obama.
Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un'intervista a Reuters, in attesa di incontrare a Roma la prossima settimana il generale americano David Petraeus, capo del Comando centrale Usa, per fare il punto della situazione in Afghanistan e negli altri teatri di conflitto.

L'Italia, che il prossimo anno avrà la presidenza del G8, sta organizzando una conferenza sulla stabilizzazione dell'Afghanistan con la partecipazione di attori politici del paese e di paesi vicini, tra cui l'Arabia Saudita, e punta ad approfondire il dialogo tra Kabul e le formazioni dei talebani pronte ad abbandonare la violenza.
"Ma dagli Usa mi aspetto innanzitutto la richiesta all'Europa di un impegno più forte in Afghanistan in termini di supporto e capacità militare e l'Europa sarà obbligata a decidere. Se vuole davvero essere un attore internazionale dovrà fare di più", ha detto Frattini.
La critica del ministro non è rivolta ai grandi paesi "come la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia e, in misura minore la Francia, che hanno impegnato migliaia di uomini e mezzi. Ma l'Europa è fatta da 27 paesi e credo che ci siano altri che possano essere coinvolti maggiormente".

IL METODO PETRAEUS E' ANCHE IL NOSTRO
Sullo sforzo italiano il ministro mette le mani avanti, rivendicando che l'Italia, con circa 2300 militari, "ha offerto moltissimi soldati e mezzi importanti… potremmo fare di più in termini di formazione, per la quale abbiamo unità specializzate di polizia e carabinieri, … ma vi sono paesi che hanno mandato soltanto 50-80 uomini".
Con il generale Petraeus, che sovrintende alle operazioni e la strategie militari Usa in oltre 20 paesi dall'Egitto, Medio Oriente fino all'Asia centrale, il titolare della Farnesina dice di avere una grande sintonia di vedute.
Petraues, riconosciuto come il leader militare che ha dato un fondamentale contributo nell'evitare che l'Iraq precipitasse nella guerra civile, è noto per la sua convinzione che l'instabilità non si combatte solo con la forza, ma anche con misure politiche e di aiuto allo sviluppo economico.
"Il metodo Petraeus è un po' il metodo italiano, noi abbiamo sempre combinato l'azione militare con l'azione politica, condividiamo perciò la sua azione, e lui lo sa", ha detto Frattini.
In particolare il focus dell'azione politica in Afghanistan ora dovrebbe essere messo sui capi delle tribù al confine con il Pakistan. "Se garantiremo loro l'effettivo controllo del territorio, avranno un vero interesse a combattere i talebani", ha spiegato il ministro.
Quanto al lato militare, Frattini ha detto di non attendersi da Petraeus nuove richieste operative per i soldati italiani, in quanto "la flessibilità delle nostre truppe è già grande e finora nessuno ci ha chiesto di spostare in modo permanente i nostri soldati da una zona all'altra".
Gli italiani sono ora dislocati nella zona occidentale di Herat.

IRAN, SU SANZIONI RESISTENZE DA PARTE DI ALLEATI
Alla conferenza sull'Afghanistan l'Italia non prevede al momento di invitare l'Iran, dal quale "finora non sono giunti elementi che dimostrino la sua volontà di collaborazione", anche se ne parlerà con il futuro segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, il prossimo anno.
Sull'Iran Frattini lamenta che le sanzioni non siano ancora riuscite a convincere il paese a negoziare sul suo programma nucleare, che per l'Occidente punta alla costruzione della bomba atomica, mentre Teheran sostiene che serva a produrre energia elettrica.
Ma le attuali difficoltà economiche dell'Iran potrebbero rilanciare il ruolo delle sanzioni.
"Ci vogliono condizioni concorrenti: se al prezzo del petrolio basso — dato che l'estrazione del petrolio in Iran è molto costosa, il paese sta soffrendo ai corsi attuali del greggio –, e all'inflazione interna al 25% annuo si aggiungessero sanzioni serie, il governo dell'Iran sarebbe obbligato a negoziare".
Il punto per Frattini è che finora "le sanzioni non sono state efficaci perché vi sono state resistenze da parte di alcuni alleati".
"Il governo Berlusconi ha detto con chiarezza di essere pronto ad applicare effettive e rigorose sanzioni economiche, ma se tutti i partner non fanno la stessa cosa, le sanzioni non hanno effetto".
L'Italia ha registrato nell'ultimo anno un calo di oltre il 20% delle relazioni commerciali con l'Iran, che hanno colpito soprattutto l'export di alta tecnologia e altro materiale sensibile, oltre che rapporti di tipo bancario, ha precisato il ministro.
"La Germania prenderà le sue decisioni, non voglio interferire", ha aggiunto, riferendosi all'altro grande partner economico europeo dell'Iran.
Tornando sui recenti contrasti tra gli Stati Uniti e la Russia, entrambi alleati dell'Italia, Frattini ha detto di vedere con favore una discussione sul piano Usa di dispiegare un sistema antimissilistico in Europa, contrastato da Mosca.
Misurando le parole, ha detto che l'Italia è un "indiscutibile amico" dell'America, ma ritiene anche che la Russia sia un partner importante e debba essere coinvolta in tutte le discussioni.
"Vincere la sfida in Afghanistan o la pace in Medio Oriente contro la Russia o senza la Russia, è impossibile".

 

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