giovedì, Marzo 28, 2024
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Il Parlamento europeo condanna la brutale repressione delle proteste messa in atto dal regime iraniano

Risoluzione del Parlamento europeo: condanna della brutale repressione delle proteste messa in atto dal regime iraniano

Di Mahmoud Hakamian

Giovedì 19 dicembre il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione di condanna nei confronti del regime iraniano per la brutalità con cui ha represso le proteste del mese di Novembre.

I membri del Parlamento europeo hanno chiesto alle Nazioni Unite, in particolare al Consiglio per i diritti umani, di “far scattare tempestivamente un’indagine esaustiva guidata dall’Inviato Speciale dell’ONU sulla Situazione dei Diritti Umani in Iran circa gli eventi accaduti nelle scorse settimane, al fine di gettare luce sulle denunce di gravi violazioni dei diritti umani avvenute nel paese a partire dallo scoppio delle proteste, chiedendo all’Iran di concedere un accesso completo e senza restrizioni a coloro che condurranno l’indagine.”

La Sig.ra Maryam Rajavi, Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), ha accolto con favore la risoluzione del Parlamento europeo, dichiarando in un Tweet che l’UE, che ha cinque paesi membri nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dieci paesi membri nel Consiglio per i diritti umani dell’ONU, deve intervenire immediatamente per accelerare le indagini dell’ONU.

La Sig.ra Rajavi ha poi proseguito: “Il regime iraniano non solo non presterà ascolto alle legittime richieste del Parlamento europeo, ma continuerà a perpetrare crimini, rendendo così indispensabile l’avvio delle sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.”

Lunedì l’europarlamentare polacca Anna Fotyga ha proposto a nome del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei una mozione relativa al massacro da parte del regime iraniano dei dimostranti inermi.

La Sig.ra Fotyga, membro del Consiglio Affari Esteri dell’UE ed ex Ministro degli Affari Esteri polacco ha dichiarato: “Siamo già a a conoscenza del fatto che circa 1500 persone sono state uccise in Iran durante il recente giro di vite.”

La risoluzione del Parlamento europeo ha sottolineato: “Migliaia di persone in tutto l’Iran, provenienti da tutti i segmenti della società, hanno esercitato il proprio diritto fondamentale alla libertà di assemblea, ed hanno espresso le proprie rimostranze relativamente al rincaro dei prezzi del carburante, aumentato di almeno il 50%, nella più grande protesta degli ultimi 40 anni.”

La risoluzione inoltre aggiunge: “In Iran attivisti per i diritti umani, giornalisti, avvocati ed attivisti online continuano ad essere vittime di persecuzioni, arresti arbitrari, detenzioni e procedimenti giudiziari per il lavoro che svolgono.”

Il Parlamento europeo ha anche affrontato il tema dei tribunali del regime, e di come “manchino ogni volta di garantire un giusto processo, negando agli imputati l’assistenza legale ed impedendo le visite da parte dei rappresentanti dei consolati, delle Nazioni Unite o delle organizzazioni umanitarie, permettendo l’uso come prove di confessioni estorte con la tortura.”

Nella risoluzione il Parlamento europeo estende le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime della repressione attuata dal regime in risposta alle proteste che hanno scosso la nazione iraniana, ed augura una pronta guarigione a quanti sono rimasti feriti durante le manifestazioni.

Gli europarlamentari hanno definito “il diffuso e sproporzionato uso della forza da parte del regime nei confronti dei manifestanti non violenti, che stavano semplicemente esercitando i propri diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica” come “deplorevole”.

Gli eurodeputati hanno sottolineato che queste azioni sono “inaccettabili”, ed hanno esortato il regime iraniano a comunicare al più presto il reale numero delle vittime e degli arresti, e ad avviare immediatamente un’indagine imparziale, indipendente e trasparente per fare luce in merito alle denunce per uso eccessivo della forza, inclusa l’accusa mossa alle forze di sicurezza di aver aperto il fuoco sui manifestanti, affinché i responsabili delle violenze siano assicurati alla giustizia.

La risoluzione inoltre richiede l’immediata liberazione dei dimostranti, degli attivisti per i diritti umani e dei giornalisti attualmente in carcere in Iran solo per aver esercitato il proprio legittimo diritto alla libertà di espressione ed assemblea; la stessa richiede inoltre che le autorità informino le famiglie sul luogo di detenzione dei parenti in stato di fermo, e pretende che sia garantita l’assistenza legale a tutti coloro che sono stati arrestati nel corso delle proteste, domandando inoltre che sia loro concesso di ricevere liberamente le visite degli osservatori internazionali. In aggiunta a ciò, il parlamento europeo esorta il regime a fornire alla comunità internazionale i nominativi dei detenuti.

Infine, il Parlamento europeo “condanna con forza la decisione del regime di bloccare l’accesso ad Internet, privando cosi i cittadini iraniani della possibilità di comunicare ed impedendo il libero flusso di informazioni, sottolineando che queste azioni sono un chiara violazione del diritto alla libertà di parola, ed esortando il regime a rimuovere al più presto ogni forma di blocco delle comunicazioni e dei servizi basati sulla rete.”

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