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Iran: operai e insegnanti protestano in favore del prigioniero politico Jafar Azimzadeh 

Prigionieri politici, sindacalisti e insegnanti in sciopero della fame

Centinaia di operai, insegnanti e giovani hanno manifestato fuori dall’ufficio del presidente iraniano Hassan Rouhani a Teheran, la mattina di mercoledì 29 Giugno, in favore del prigioniero politico Jafar Azimzadeh arrivato al suo 62° giorno di sciopero della fame. I manifestanti hanno chiesto un’azione urgente per salvare la vita di Azimzadeh. 

In altre manifestazioni svoltesi in diverse città dell’Iran, i dimostranti hanno gridato “I lavoratori non devono stare in carcere. Il salario dei lavoratori non sono le frustate”, “I lavoratori in carcere devono essere liberati”, “Sono passati 62 giorni e Jafar è ancora in carcere”, “I ladri sono liberi e i lavoratori sono in carcere”. Gli agenti della polizia repressiva e dell’intelligence hanno impedito a chiunque di girare video o fare fotografie della manifestazione.

Il giorno prima di questa manifestazione a Rasoul Baddaghi, Ismaeel Abdi e Mahmoud Beheshti Langroudi, alcuni insegnanti recentemente rilasciati dal carcere, si sono uniti altri 180 insegnanti e operai che hanno emesso un comunicato annunciando uno sciopero delle fame da giovedì 30 Giugno a sabato 2 Luglio a sostegno di Azimzadeh.

Inoltre Ali Moezi e molti altri prigionieri politici nelle carceri di Evin e Gohardasht, hanno sottolineato che il regime repressivo e la sua cosiddetta “magistratura” sono responsabili della salute e del benessere di Jafar Azimzadeh, aggiungendo che anche loro avrebbero iniziato uno sciopero della fame martedì 28 Giugno.

Jafar Azimzadeh ha perso i sensi molte volte negli ultimi giorni. Nonostante le sue condizioni Hajilou, il rappresentante del regime nell’ufficio del procuratore pubblico, ha detto che non faranno nulla in caso di morte di Azimzadeh.

Jafar Azimzadeh sta facendo lo sciopero della fame per protestare contro “le violazioni dei diritti fondamentali degli insegnanti e degli operai”, “la loro detenzione e la loro incriminazione con motivazioni false” e le accuse come “atti contro la sicurezza” mosse ai sindacalisti e agli insegnanti.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

29 Giugno 2016

 

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